Da freelance a imprenditrice strutturata
Fare il fatturato di un anno in pochi giorni
“Era il 2021, nonostante avessi già la partita Iva e fatto il mio Jump da due anni, non avevo un piano. Al contrario di altre professioniste, quando sono passata da dipendente a freelance, sapevo ben poco di come si gestisce un business. E un po’ me ne vergogno, perché davvero, ripensandoci, ho fatto un salto nel vuoto, sapendo solo che volevo fare fotografia di branding, ma senza nessunissima idea di come fare marketing, di dove andare a cercarmi i clienti e di come comunicare quello che facevo. Se ci ripenso adesso è stato davvero da pazzi. Il modo migliore per far fallire un’attività appena nata, anche con tutte le buone intenzioni del mondo. Per questo mi sentivo “una scappata di casa”. Per compensare, cercavo di apprendere un po’ qua e un po’ là come si facevano le cose, tramite corsi di persone che mi piacevano. Sono sempre stati corsi, molto tecnici (anche se ben strutturati), ma mai che mi insegnassero come comunicare il mio valore, con il mio modo.
Avere nuovi contatti è sempre stata un’impresa quasi impossibile. Io poi non amavo parlare dei miei servizi e di quello che facevo, soprattutto su Instagram, il mio canale social principale, perché mi sembrava sempre di fare una televendita. La fatica! Quindi il mio calendario editoriale e di marketing era così fatto: ogni tanto pubblico una foto di un servizio che ho fatto, sperando che prima o poi a qualcuno piaccia e abbia voglia di farne di simili. Rido da sola”.
Conoscevo Rika da molto tempo, si può dire che eravamo amiche su Instagram, ed era sempre sorprendente per me osservare questo suo dualismo. Rika ha sempre avuto uno stile unico e inconfondibile come fotografa e come grafica, bastava guardare una sua foto per riconoscere il suo tocco, eppure nel dietro le quinte era solita definirsi “una scappata da casa” appunto... Spesso era in affanno e in confusione, si sentiva di fare le cose a caso, senza una direzione precisa. Questa è una situazione in cui moltissime professioniste si trovano, soprattutto quando hanno fatto il loro Jump buttandosi letteralmente, senza fermarsi a strutturare o a organizzarsi con strategia perché ciò che conta, all’inizio, è portare fieno in cascina e lo capisco! Si cerca di andare avanti navigando a vista e, molto spesso, facendo il doppio della fatica.
“Quando Giulia ha lanciato la prima edizione di Personal Marketing, io la conoscevo da tanto, ma a livello più personale che lavorativo. Però mi piaceva il suo modo di fare e il suo approccio pragmatico. Mi sentivo attratta e, quando descriveva quello che saremmo andate a fare nel suo percorso Personal Marketing, era come se stesse proprio parlando a me. Questo volevo. Volevo imparare anche io ad attrarre le mie clienti così, come se stessi parlando proprio a loro, e volevo imparare come farlo senza il mood da televendita. Mi piaceva anche il fatto che fosse tutto concentrato in tre mesi: io tendo a essere dispersiva e procrastinatrice, quindi qui, in Personal Marketing, avrei dovuto darmi da fare subito, senza rimandare ulteriormente”.
La scelta di concentrare un percorso di marketing intensivo in un periodo circoscritto di pochi mesi può destabilizzare alcune professioniste, ma la verità è che l’ho testato ed è il modo migliore per aiutare anche le procrastinatrici seriali a stare sul pezzo. Ogni Soloprenuer ha una lista potenzialmente infinita di task da portare a termine, e la tendenza ad arenarsi nei percorsi di formazione è tanta. Accade raramente se si è consapevoli che si deve stare focalizzate per un periodo di tempo limitato, ed è quello che è successo anche a Rika.
“Mentre lavoravamo su di noi in modo profondo attraverso il mindset e costruendo la nostra strategia di personal brand, siamo arrivate al modulo dedicato allo storytelling e per me è stata un’illuminazione. Era quello che più di tutto cercavo. Un modo per parlare alle mie clienti. Avevo già sentito tante volte parlare del Viaggio dell’eroe, ma mai con esempi concreti, fatti su di me (freelance) e con spiegazioni su come poter usare lo storytelling per vendere. Ecco come potevo fare! Ecco il tassello che mi mancava!
Mi ricordo benissimo quando Giulia mi ha detto: “Rika, mi raccomando, ora sforzati e questa settimana provaci. Metti subito in pratica lo storytelling per raccontare un tuo servizio! È importante che tu lo faccia subito prima della prossima live insieme, così posso vederlo e ti posso aiutare a sistemare o correggere”. Io ero via per un grosso servizio fotografico durato 3 giorni e mi ricordo che, mentre ero sul treno di ritorno, ho montato una serie di Storie su Instagram per raccontare questo shooting, seguendo il metodo dello storytelling imparato dentro Personal Marketing. Erano piaciute tantissimo, ma soprattutto nei giorni successivi mi avevano portato nuove richieste di preventivi. Oddio, funzionava! Me lo ricordo distintamente perché può sembrare una roba da niente, ma io ho vissuto quell’episodio come un vero punto di svolta per il mio business”.
Rika aveva un grosso blocco quando si trattava di raccontare il suo valore e il suo modo di lavorare. Come molte delle professioniste con cui lavoro, le sembrava di doversi vantare e di auto-promuoversi senza alcun Purpose. Quando dentro Personal Marketing abbiamo affrontato questo blocco a livello di mindset, e poi lo abbiamo smussato nel concreto con un metodo di racconto online che aggiungesse valore alle sue persone, Rika ha cambiato completamente prospettiva. Soprattutto ha cambiato il suo modo di parlare di sé come professionista e dei suoi servizi e questo ha fatto tutta la differenza. Sicuramente ha aiutato anche il fatto di “non essere sola”: durante la tappa dello storytelling dentro Personal Marketing, infatti, scelgo di assistere le professioniste in tempo reale nel loro racconto online, in modo da dar loro feedback mirati, proprio quando si trovano nel momento più delicato, quello in cui ci si espone, si racconta di sé e della propria attività.
“Questo è stato per me l’inizio di un grande cambiamento, perché da lì in poi ho anche imparato a fare un business plan come si deve con “Rethinking Instagram: dal business plan ai social” (prima ero sempre andata a braccio). Ho capito quanti servizi vendere per avere un business sostenibile per me e che non volevo crescere all’infinito ma volevo guadagnare di più, lavorando sempre meno ore e con più equilibrio tra lavoro e tempo per me e la mia famiglia. Da qui è nata l’idea di creare un servizio premium nuovo, che potesse riflettere al massimo i miei talenti e che potesse rispondere a un bisogno concreto delle mie clienti.
A febbraio di quest’anno ho deciso che era arrivato il momento di fare il mio primo vero lancio strutturato, e l’ho fatto seguendo passo dopo passo la strategia di lancio che ho costruito con Giulia. I risultati sono stati incredibili:
iI mio servizio premium è andato SOLD OUT in pochi giorni;
e in quei giorni ho fatturato quanto tutto l’anno 2022.
Non mi aspettavo un successo così per un servizio nuovo dal valore alto, ma ho capito cosa significa comunicare aggiungendo valore alle persone, e rispondendo ai loro bisogni. È una sensazione incredibile e adesso, con grande calma e rilassatezza, affronto il resto dell’anno. So che se anche faccio il minimo indispensabile, il 2023 si chiuderà bene sotto tutti i punti di vista”.
Rika non ha solo raggiunto dei risultati incredibili ma lo ha fatto preservando un grande equilibrio vita-lavoro: questo sarà l’anno in cui raggiungerà il suo fatturato più alto dal momento del suo Jump e sarà anche l’anno in cui staccherà di più, scegliendo quando prendersi le sue pause e organizzandosi il lavoro con dei ritmi più sostenibili per lei. Costruire un business che ci somiglia vuol dire poter riuscire a raggiungere i nostri obiettivi con serenità e Rika ci è riuscita.
“Questo lancio è stato per me il coronamento di un modo nuovo di approcciare il lavoro. Infatti, da quando ho scoperto il metodo di lavoro di Giulia, non l’ho più mollata, e sono quasi due anni che lavoro coi suoi strumenti. Tante cose nel mio business sono cambiate in meglio:
Ho una visione annuale. Ad oggi ho cambiato il modo di gestire il fatturato e il marketing: non più a livello mensile ma annuale. Avere una visione sui 12 mesi mi ha aiutato ad avere meno ansia se un mese fatturo meno del solito, e mi ha aiutato a programmare a lungo termine i servizi da vendere;
ho iniziato a delegare: per poter avere più tempo da dedicare al lavoro che più mi piace (la fotografia), ho finalmente delegato la parte di scrittura di blog e newsletter. La trovo fondamentale ma non mi piaceva farla e soprattutto impiegavo tantissimo tempo a creare. Con il rischio che rimandassi quest’attività all’infinito;
mi prendo più tempo per me: avere una visione annuale del mio business mi ha anche fatto capire che avrei potuto staccare dal lavoro per due mesi estivi (luglio e agosto), quando per me è più difficile essere concentrata e sul pezzo e quando invece posso godermi un po' di più le vacanze estive con i figli a casa da scuola. Quindi questo sarà il primo anno in cui adotterò queste tempistiche e vediamo come va”.
I progressi che ha fatto Rika in questi mesi sono stati notevoli, è riuscita davvero a rivoluzionare il suo modo di lavorare, facendolo a suo ritmo. Prima di tutto, ha accolto l’idea che, per poter gestire la sua attività diversamente, doveva farlo da imprenditrice e non da freelance. Ha assunto una visione annuale sul suo business, iniziando a delegare per gradi. Ha organizzato al meglio l’anno, così da staccare nei periodi in cui voleva staccare, costruendo il suo personalissimo intermittent working. Sono profondamente orgogliosa di quello che ha raggiunto ma soprattutto per il modo in cui lo ha raggiunto: strutturandosi e preservando i suoi spazi. Se vuoi scoprire un modo nuovo per raccontare il tuo personal brand attraverso le immagini, ti consiglio di dare un’occhiata al suo sito.